Fitness Business: diversificare o sparire

Fitness Business: diversificare o sparire

Alla stregua dell’uovo di Pasqua che non vediamo l’ora di aprire adesso che è Natale ma che scopriremo non avere “niente” dentro, parecchio fitness in circolazione contiene “niente”. Men che meno tutte quelle tonnellate di fitness erogate digitalmente. Nel caso fisico e tangibile almeno le macchine a disposizione e gli spogliatoi ci sono, ma per l’istruttore competente richiamare in altro orario: ufficio chiuso, salvo non si metta su un altro quattrocentino per le cosiddette “necessarie lezioni introduttive”. Comprare servizio fitness oggi è: iscriversi per un certo periodo a un certo punto sport per un certo servizio fitness che, salvo le considerazioni di premessa, si spera arrivi. Però non è chiaro cosa ci sarà venduto dentro quell’iscrizione-uovo-di-Pasqua e cosa ci arriverà sul groppone, tant’è che spesso, a svantaggio del cliente e a vantaggio del club, ci viene rivenduto a piè sospinto un altro servizio: il pacchetto lezioni, appunto. Lezioni che ormai il web disvalorizza perchè le propone gratuitamente su instagram da un istruttore formatosi grazie a due week-end on line e a un webinar dove tutti si complimentano l’un l’altro e si dicono vicendevolmente su Insta, Tik-tok, Facebook e Linkedin quanto sono bravi. Non finisce qui. Questo è l’inizio.

Fitness Business: diversificare o sparire

Nel volgere di breve, in stile Matrioska strategico-commerciale, se ne propone addirittura un terzo di servizio fitness. Il tutto dentro al nulla del primo e del secondo e via via altri, piazzatici nel paniere attraverso campagne che coincidono con le feste comandate e poi S.Valentino, Festa della Mamma, del Papà, e molto originalmente con la “Promo-Natale” di cui s’è detto. Il problema è che l’erogatore di fitness non sa più nemmeno lui cosa sia diventato negli ultimi anni, dopo la battaglia giocata (e a volte persa) contro i profili grotteschi dei super-trainer di instagram. E mentre l’erogatore di fitness non sa cosa sta vendendo e men che meno diversificando-si, perchè per diversificare ci vuole strategia e cervello mentre per standardizzare no, c’è qualcuno, o meglio, “c’era qualcuno” che invece di applicare alla lettera quello che impara a memoria nei webinar avrebbe, lui sì, l’intuizione di capire come diversificare. Perchè lo ha imparato dal campo, dai clienti, tutti diversi, tutti originali. E’ lui, o meglio era lui: il Vero Istruttore.

Fitness Industry: sono i clienti a guidare

Le strategie di diversificazione dei servizi nascono dalla tattica, dal campo, dai clienti. Loro guidano la fitness-industry e non tronfi manager che non distinguono il lavoro aerobico dell’aerobica e si celebrano con gli awards mentre la stragrande maggioranza dei centri oggetto di loro consulenza si accapiglia sui prezzi. Senza prospettiva. Il Vero Istruttore legge la Vera Partita che i clienti giocano all’interno della sala, gestisce i flussi meglio di un semaforo, fa la spola tra un kettlebell e una palla medica, tra un tapis roulant e un’ellittica e armeggia col defibrillatore, se necessario.

Fitness Business: diversificare o sparire

Come un meccanico esperto che interviene sui casi difficili, la palestra è il box di una formula uno: rimette a posto le cose ma col meccanico esperto che prima di mettere mano al motore lo “sente”. Stessi fattori produttivi? Stesso risultato: si esce alla prima curva, quella del prezzo. Se la percorri a 19.90 all’ora come certe membership, partita persa. Se la diversificazione parte dal basso e risale verso il management come fa a scendere dall’alto se ricade uguale per tutti? Un pensiero ad alta voce.

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