Kathrine Switzer: 50 anni fa la prima donna in una maratona. E ora, a 70 anni, torna a correre a Boston

Kathrine Switzer Maratona Boston 2017

Era il 19 aprile del 1967 e, dopo quel giorno, il mondo del running non fu più lo stesso: correndo in 4 ore e 20 minuti la maratona di Boston, in felpa e pantaloni della tuta abbondanti e tali da nasconderla il più possibile, Kathrine Switzer ha cambiato la storia dell’atletica aprendo le gare di fondo anche alle donne, a cui fino a quel momento erano vietate.

> Leggi anche: Dickie Borthwick: la passione per lo sport non ha età

Boston 1967: Kathrine Switzer è la prima donna a correre una maratona

La vicenda di Kathrine Switzer alla maratona di Boston del 1967 è decisamente nota, anche perché fece da subito il giro del mondo: Kathrine si registrò come K. V. Switzer e nessuno, prima della partenza, poté sospettare che si trattasse di una donna. Se ne accorse invece Jock Semple, un giudice di gara, che irruppe sul tracciato e strattonando Kathrine cercò di strapparle il pettorale ed estrometterla dalla competizione. Accanto a Kathrine c’era però il fidanzato del tempo, Tom Miller, un lanciatore del peso di 106 kg che la protesse permettendole di arrivare al traguardo. La scena venne immortalata dai fotografi, le foto fecero il giro del mondo ma solo 5 anni dopo le donne furono ufficialmente ammesse alla maratona. E ovviamente Kathrine vinse quella prima edizione del 1972.

Kathrine Switzer Maratona Boston 1967

> Leggi anche: Fauja Singh, il maratoneta più anziano del mondo

La storia di Kathrine Switzer

Benché il suo gesto abbia rappresentato una autentica rivoluzione sociale in un’epoca di grandi contestazioni e cambiamenti sociali, Kathrine Switzer non era una semplice contestatrice impreparata. Era una vera atleta e il suo tempo al traguardo ne è la prova più inconfutabile. Correva 5km già all’età di 12 anni, era nella squadra di hockey, si allenava duramente tanto che il coach di atletica dell’Università l’aveva invitata ad allenarsi con loro e a 20 anni era bella, allenata e forte abbastanza da reggere il peso di minacce, lettere anonime e intimidazioni assortite.

Non a caso dopo aver vinto Boston 1972 vinse anche a New York nel 1974, ancora a Boston l’anno successivo e chiuse la carriera con un personal best di 2 ore e 50 minuti. Le sfide non le ha mai temute, da cui il nome della sua associazione, 261 Fearless, per promuovere l’emancipazione delle donne attraverso la corsa. Ora, 17 aprile 2017, a 70 anni e a 50 da quella prima volta, Kathrine Switzer è di nuovo alla linea di partenza della “sua” maratona di Boston, sempre con il suo pettorale 261. E non sarà una comparsata perché lei stessa ha dichiarato di essersi allenata duramente per questo momento.

> Leggi anche: Come vogliono correre una maratona in meno di 2 ore

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Pubblicità

Potrebbe interessarti anche...