La prova delle Mizuno Wave Kazan da trail running

Mizuno-Wave-Kazan

Con la bella stagione a noi viene voglia di abbandonare finalmente l’asfalto e andare a correre su sentieri sterrati, all’ombra di un bosco e nel silenzio della natura. Non parliamo di corsa in alta montagna, ma di percorsi collinari, appena fuori dalla porta di casa: qualche chilometro di strada asfaltata e poi via, la deviazione fra gli alberi e lungo il fiume, dove incontriamo sterrato, qualche passaggio sassoso, un po’ di fango e umido e talvolta anche qualche guado non troppo impegnativo.

Lo facciamo perché l’aria che respiriamo è decisamente più sana (come abbiamo raccontato qui) e perché cambiare percorso è più divertente. E lo facciamo su percorsi di certo non adatti a scarpe da running minimal, che vanno bene per correre veloci sull’asfalto, ma nemmeno a scarpe da trail running (come queste), troppo strutturate a favore della protezione piuttosto che della leggerezza e della sensibilità.

Ecco perché, quando abbiamo tirato fuori dalla scatola queste Mizuno Wave Kazan, la novità del 2015 di Mizuno in fatto di scarpe da trail running (dopo il lungo successo delle Wave Ascend), abbiamo pensato subito che fossero un ottimo compromesso. Intanto perché sono leggerissime: parliamo di 270 grammi per quelle da uomo, 240 quelle da donna, meno di altri modelli da road running della stessa Mizuno.

Poi hanno un drop accentuato, 12 mm tra tallone e punta, che mantiene ciò che promette: grande protezione sul tallone, dove gli inserti in X10 in gomma e carbonio attutiscono i colpi e aiutano la trazione, e facilità di rullata e transizione, secondo la tradizione del Wave già provato nelle Wave Rider 16 (qui il test) e 17 (qui l’altra prova) e con l’uso del composto U4IC nell’intersuola. C’è da dire però che fuori dagli sterrati la stessa protezione rende il tallone un po’ rigido, per cui, a parte qualche breve tratto, non ci sentiremmo di consigliarle anche per un uso solamente stradale.

Mizuno-Wave-Kazan-suola

Altre caratteristiche che ci sono decisamente piaciute: la punta è abbastanza larga, così le dita non sono troppo strette e non stringono troppo, soprattutto nei tratti in discesa o scivolosi; la conformazione a X della suola e dell’intersuola le rende davvero flessibili anche alla torsione laterale, oltre che al piegamento longitudinale, il che è un bene quando si tratta di appoggiare velocemente i piedi su massi e pietre; la suola col disegno a quadrifogli funziona alla grande sia su sterrati secchi che umidi.

Cose che invece ci son piaciute meno: la tomaia in sintetico sembra meno traspirante delle leggendarie tomaie Mizuno, ma è il prezzo da pagare se si vuole un tessuto idrorepellente, e le laminature che gli danno struttura provocano delle strane pieghe a livello dell’avampiede.

Detto tutto questo, 125 euro (prezzo di listino ufficiale, online si trovano anche a meno) sono una cifra media per un paio di scarpe da trail running, e per correre in boschi, sterrati e sentieri di collina sono soldi decisamente ben spesi.

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