Vado a fare un giro in bici da Milano a Santa Maria di Leuca

Dopo i lunghi mesi di attività forzatamente ridotta, finalmente mi sono concesso di andare in bici da Milano a Santa Maria di Leuca, un viaggio immaginato da tempo

in bici da Milano a Santa Maria di Leuca

Era da molto tempo che ci pensavo, mi sarebbe piaciuto attraversare l’Italia in bici, mettermi alla prova in un lungo viaggio, capire se sono bravo solo a fare progetti sulla carta o se veramente sarei stato capace di realizzare un’idea ambiziosa come questa. Intendiamoci, niente di estremo, ci sono tanti viaggiatori che fanno percorsi di molte migliaia di chilometri, in ambienti solitari e ostili, attraversando deserti o lande desolate coperte di neve, dormendo in tenda in luoghi selvaggi.

Vado a fare un giro in bici da Milano a Santa Maria di Leuca

Ognuno si può organizzare la sua piccola grande avventura su misura. E io volevo andare in bici da Milano a Santa Maria di Leuca. Ecco come ho fatto e a cosa ho badato.

in bici da Milano a Santa Maria di Leuca

In bici da Milano a Santa Maria di Leuca: la sicurezza

Pensando a questo viaggio, e alle strade che avrei dovuto percorrere, mi sono subito reso conto che dovevo curare bene la sicurezza che, sostanzialmente, vuol dire soprattutto vedere ed essere ben visibili. Così ho scelto un abbigliamento vistoso – vestirsi di nero è molto elegante ma si è poco visibili!!! – ho messo delle luci supplementari, mi sono portato un gilet fluorescente ed ho montato un piccolo specchietto retrovisore.

La preparazione

Mi piace andare in bici, e da alcuni mesi ho cercato di mantenere un minimo di allenamento facendo almeno un’uscita alla settimana, spesso con delle salite, perché la bici, secondo me più che altri sport, premia chi è costante e bastona chi vuole improvvisare. Poi, per testare la bici, i materiali e le mie capacità, ho organizzato un viaggio più breve, a Venezia, in un fine settimana. Questo mi ha permesso di capire quanti km potevo fare al giorno, cosa era utile portare e cosa superfluo, come sistemare il bagaglio ecc.

Il bagaglio

In un viaggio di questo tipo, non serve caricarsi molto, ogni giorno si incontrano paesi e negozi dove comprare cibo o quello che serve e basta avere a portata di mano una scorta d’acqua, integratori e qualche barretta. La scelta di fondo è se portarsi tenda, sacco a pelo ecc. oppure se pernottare affittando una stanza ad ogni tappa. Io ho scelto la seconda per limitare il bagaglio e per avere un minimo di comfort anche in caso di pioggia o maltempo. Ho trovato sistemazioni anche molto economiche a partire da 24 euro a notte, alcune più confortevoli ed altre meno; la più bella sorpresa è stata a Locorotondo quando, al prezzo di una stanza, mi hanno messo a disposizione un intero trullo con magnifica terrazza.

La bici

Ho l’abitudine di curare bene le mie biciclette, così mi ritrovo una Peugeot di quasi 40 anni in ottimo stato, che non potevo lasciare a casa. Il pesante telaio d’acciaio si è rivelato molto adatto al carico e ai fondi sconnessi che ho incontrato, anche i poco estetici parafanghi sono stati molto utili con la pioggia e le pozzanghere. L’ideale sarebbe stato avere a disposizione una gravel oppure, come molti fanno, una robusta mountain bike con pneumatici slick. Sapevo che sarebbe stato rischioso affrontare un lungo viaggio con una bici così vecchia, ma la mia gloriosa Peugeot si è comportata egregiamente e non mi ha lasciato per strada.

Il percorso

Se avessi scelto di seguire le strade statali, me la sarei cavata con poco più di 1.100 km, invece ho inserito delle varianti, e delle salite, per vedere dei posti che in effetti meritavano, come il Parco del Monte San Bartolo tra Cattolica e Pesaro o il Conero, tra Ancona e Numana. Alla fine, ho fatto circa 1.400 km in 10 giorni. Avevo studiato il percorso a grandi linee, ma era impossibile segnarsi tutte le strade e gli incroci e quindi mi sono affidato a Google Maps, selezionando il percorso in bicicletta.

La mappa

Devo dire che ha funzionato, il programma sceglieva piste ciclabili, strade secondarie con poco traffico, inseriva sterrati, a volte molto sconnessi, ma è stato inevitabile fare anche lunghi tratti sulle statali dove il mio gilet fluorescente è stato molto utile. Ho incontrato molte piste ciclabili, ma erano spesso brevi e frammentate; i grandi progetti, come la Ciclovia Adriatica o la bellissima Via Verde dei Trabocchi sono ancora in fase di completamento.

Solo fatica e sofferenza?

Devo ammettere che in alcuni momenti l’ho pensato, ma avevo sbagliato io nell’approccio al percorso. Nelle prime tappe ho esagerato, faceva caldo, e facevo anche fatica a dormire e recuperare. Poi ho imparato a gestirmi meglio, con le soste e i riposi, e, importantissimo, integrando i sali. Più che la fatica del pedalare ho sofferto i dolori del sopra sella, al collo e ai piedi per le molte ore in bici. Poi man mano, la bellezza del paesaggio, le specialità locali che ogni sera mi concedevo in trattoria e l’avvicinarsi alla meta hanno fatto dimenticare ogni fatica e sofferenza.

Il bello della bici

La bicicletta è un mezzo incredibile, puoi usarla per andare a scuola o al lavoro, per comprare il pane o il giornale o anche, con la bici adatta e il tuo bagaglio, puoi partire per un viaggio di giorni o settimane. Non importa se fai 40, 100 o più di 150 km al giorno, se dormi in tenda o in una stanza, ognuno deve regolarsi sulle proprie capacità senza strafare, la soddisfazione è la stessa. Con la giusta preparazione, le potenzialità sono straordinarie; come dice una grande viaggiatrice che conoscose ce l’ho fatta io…”.

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