Nuovo Codice della Strada per le biciclette 2020: tutte le novità

codice della strada e ciclabili

Il nuovo Codice della Strada prevede norme per le biciclette in vigore dal 2020: sono tante le novità da conoscere e approfondire per capire come comportarsi in bici e in monopattino. 
Della cosiddetta “mini riforma” del Codice della Strada, introdotta grazie al Decreto Semplificazioni, abbiamo già parlato nei mesi scorsi, mettendo in luce tutte le novità pro-bici all’interno delle norme. A livello legislativo, dunque, hanno acquisito valore diversi concetti che, in Italia, erano circondati da un alone di mistero e diffidenza. Ma la mobilità urbana del nostro paese sta ormai prendendo una direzione chiara e precisa, ossia quella della sostenibilità e dell’uso di mezzi non inquinanti come bici, e-bike e monopattini elettrici. Ed ecco che ci siamo ritrovati a dover maneggiare nuove regole e nuovi termini totalmente sconosciuti prima dell’emergenza Coronavirus. 
Alcune di queste definizioni, come quella di “corsie ciclabili”, sono ormai entrate nel nostro linguaggio comune, anche se c’è chi ancora fa fatica a comprendere la differenza con le piste ciclabili. Altre, come quella di “casa avanzata” o di “doppio senso ciclabile”, necessitano invece di più esempi e precisazioni. È per questo che abbiamo deciso di spiegarvi i quattro nuovi strumenti normativi all’interno della “mini riforma” del Codice della Strada. Le novità introdotte, va specificato, sono già applicabili e non necessitano di alcun regolamento attuativo. A ribadirlo è stato un recente documento indirizzato al Ministero dei Trasporti e redatto da diversi esperti (architetti, ingegneri, consulenti) nel campo della mobilità urbana.

Nuovo Codice della Strada per le biciclette 2020: cos’è una casa avanzata

Partiamo dal termine forse più innovativo presente nella “mini-riforma” del Codice della Strada. La casa avanzata (nella foto in alto) è una linea di arresto posta in corrispondenza di un incrocio con un semaforo. Il risultato è uno spazio esclusivamente riservato alla sosta dei ciclisti prima che scatti il verde. La linea di arresto della casa avanzata è collocata più avanti (da qui “casa avanzata”) rispetto a quella predisposta per i mezzi a motore. In questo modo, chi è in bici si potrà fermare in un punto visibile alle automobili e potrà svoltare per primo senza dover fare manovre azzardate.
La casa avanzata è creata anche (e soprattutto) per rendere più sicura la svolta a sinistra di chi è a bordo di mezzi non a motore. Pensate al ciclista posizionato a destra della carreggiata (di fianco a un’automobile) o su una pista ciclabile: in caso di svolta a sinistra non sarebbe visibile in maniera adeguata. Si tratta di un enorme passo in avanti a livello di sicurezza.
Le prime case avanzate italiane sono nate a Milano (in Corso Buenos Aires prima di Piazza Lima) e a Torino nel mese di maggio. Ora si stanno diffondendo a macchia d’olio.
>> LEGGI ANCHE: Alle città 137 milioni per fare nuove ciclabili: cosa dice il nuovo decreto del Mit

Cos’è il doppio senso ciclabile (o senso unico eccetto bici)

L’introduzione del doppio senso ciclabile è stata trattata dai quotidiani generalisti come una sorta di via libera alla circolazione contromano delle bici: niente di più sbagliato. Il doppio senso ciclabile consente alle biciclette e ai mezzi di micromobilità elettrica di percorrere in entrambe le direzioni alcune strade a senso unico per i veicoli motorizzati. Dell’opacità legislativa attorno alla circolazione contromano delle biciclette abbiamo già parlato in questo articolo, quindi andiamo dritti al punto.
Le bici, da qualche settimana, possono andare contromano solo in queste strade: vie dei centri storici, zone 30 e alcune parti delle Ztl (solo su specifica ordinanza comunale), strade urbane ciclabili (di cui parleremo successivamente). Il doppio senso ciclabile può essere segnalato mediante segnaletica orizzontale o un pannello integrativo. Come ci ha spiegato in un’intervista Marco Mazzei, presidente di Milano Bicycle Coalition e co-fondatore dell’evento Milano Bike City, “questi sensi unici eccetto bici rendono i ciclisti molto più visibili alle automobili, perché li hanno lì davanti”.
Il doppio senso ciclabile si può anche favorire tramite l’aggiunta di corsie ciclabili sulla sinistra delle strade a senso unico.
>>LEGGI ANCHE: Nuovo Codice della Strada: casco in bici obbligatorio fino a 12 anni

Cos’è una strada urbana ciclabile

Ne stanno nascendo sempre di più, soprattutto a Milano. Ma cosa sono, nel pratico, queste strade urbane ciclabili? Si tratta di strade urbane a unica carreggiata, con banchine pavimentate e marciapiedi, caratterizzate dal limite di velocità dei 30 chilometri orari. La loro particolarità risiede nel fatto che la priorità, come scritto sulla segnaletica verticale e orizzontale, è dei ciclisti.
Chi guida veicoli a motore su queste strade, infatti, deve sempre dare la precedenza ai mezzi a pedali e di micromobilità elettrica, sia quando transitano sia quando si immettono da luoghi privati. Lungo le strade urbane ciclabili è consentito andare in bici contromano. Spazi del genere sono facilmente riconoscibili dalla segnaletica orizzontale del limite dei 30 chilometri orari, pensato per garantire ai ciclisti la massima sicurezza in ogni loro movimento.

Cosa sono le corsie ciclabili (o bike lane)

Ne abbiamo già parlato più volte, specialmente di quelle a Milano. Per farla breve, sono delle corsie riservate alle biciclette realizzate su una carreggiata stradale. A differenza delle piste ciclabili, nelle corsie ciclabili l’elemento di separazione con i veicoli è valicabile (è una linea di vernice). È un’infrastruttura leggera, poco costosa e importante per dare ai ciclisti uno spazio per circolare nelle vie in cui non è materialmente possibile costruire piste ciclabili.
Una corsia ciclabile è imparagonabile alle normali piste ciclabili che, oltre a essere più sicure, sono molto più difficili, lunghe e costose da realizzare. Come si legge sul documento di cui abbiamo parlato nell’introduzione dell’articolo, “le corsie ciclabili non risolvono il problema della sicurezza della circolazione dei ciclisti, ma lo migliorano notevolmente. Esse piuttosto pongono con maggiore evidenza il tema della condivisione dello spazio pubblico e della conseguente necessità che i comportamenti di tutti i soggetti che utilizzano le strade, a cominciare da quelli dotati di un maggior potenziale vulnerante, cioè gli automobilisti, siano ovunque moderati e prudenti”.
>> LEGGI ANCHE: Cos’è la ciclopolitana, la rete metropolitana a cielo aperto per le biciclette

Cosa significa corsie ciclabili ad uso promiscuo

Va ricordato che le bike lane sono ad uso promiscuo, nel senso che possono essere impegnate da altri veicoli solo per brevi tratti. Più nel concreto, alle automobili o alle moto è consentito andare sopra le corsie ciclabili solo per manovre temporanee e occasionali (per esempio il parcheggio in un’area ad hoc o una svolta). Ciò non significa, però, che i mezzi a motore le possano usare per il soprasso, per la sosta o per una lunga fermata.
In ogni caso, la precedenza va sempre data al ciclista, anche quando si deve valicare la corsia per parcheggiare: si aspetta che la bici passi, si controlla che la zona sia libera e si inizia la manovra. Sul documento indirizzato al Ministero del Trasporti, inoltre, è specificato che “l’ultimo capoverso dell’art. 12-bis estende la prescrizione della possibilità per gli autoveicoli di valicare la striscia che delimita una corsia affiancata dalla sosta solo allo spazio necessario per […] effettuare la sosta o la fermata; essa va ovviamente intesa unicamente per le corsie delimitate con striscia continua, per le quali cioè è previsto l’uso esclusivo”.
[Photo by Flickr / Comune di Milano]

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Pubblicità

Potrebbe interessarti anche...