Ecco perché fare troppo sport può danneggiare i reni

Proprio così: fare troppo sport può danneggiare i reni. Quando svolgiamo attività fisica dobbiamo aumentare l’intensità degli allenamenti in modo graduale e inserire un periodo di recupero tra le varie sessioni, altrimenti c’è il rischio di imbattersi in una patologia che, se non diagnosticata in tempo, può causare problemi ai reni: la rabdomiolisi.
Questa malattia consiste nella rottura delle cellule del muscolo scheletrico con il conseguente rilascio nel sangue di enzimi (ad esempio la creatina chinasi), elettroliti (potassio, calcio) e proteine come la mioglobina. Quest’ultima, in quantità eccessive, è pericolosa perché può bloccare il sistema di filtraggio renale o dissociarsi in sostanze che, sempre per i reni, risultano tossiche. A tal proposito, un nuovo studio statunitense del National Center for Biotechnology Information ha confermato che lo sforzo fisico eccessivo è una delle cause principali della rabdomiolisi.
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Cos’è la rabdomiolisi: cause, sintomi e rimedi

L’attività sportiva in eccesso, che sottopone i nostri muscoli a uno sforzo esagerato, è solo una delle numerose cause della rabdomiolisi. La comparsa della patologia, infatti, può essere connessa a problemi di natura cardiovascolare, distrofie muscolari e infezioni; anche l’utilizzo di alcuni farmaci che contengono stamine e fibrati, l’abuso di alcol e droghe, il consumo eccessivo di caffè, l’avvelenamento da metalli pesanti e punture di insetti/rettili possono portare alla rabdomiolisi.
I sintomi principali sono: affaticamento generale, dolori muscolari e urine scure. È importante specificare che, se diagnosticata in tempo attraverso gli esami del sangue e delle urine, la rabdomiolisi passa in 1-4 settimane grazie all’idratazione endovenosa (per prevenire danni ai reni) e all’assunzione di diuretici e liquidi.

Fare troppo sport comporta dei rischi

Gli autori dello studio più recente sul tema, pubblicato sul Clinic Journal of Sport Medicine, hanno preso in considerazione un gruppo di 40 nuotatori (a livello collegiale) affetti da rabdomiolisi.
Gli esperti hanno sottolineato che 6 nuotatori su 40 sono stati ricoverati in ospedale per una “rabdomiolisi da sforzo sintomatica” causata da uno sforzo fisico che ha sottoposto i loro muscoli a un’anomala situazione di stress. Più nello specifico, i ragazzi in questione hanno effettuato 20 minuti consecutivi di trazioni alla sbarra, “row” (un esercizio che si effettua grazie a un macchinario per rinforzare i dorsali) e panca piana per i pettorali a sfinimento. Per “sfinimento” si intende fino al limite delle proprie forze e della propria resistenza.
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Quello spiegato in precedenza non è il primo caso simile. Anni fa, in una scuola superiore a Taiwan, ben 119 studenti sono finiti al pronto soccorso (in molti con la diagnosi di rabdomiolisi da sforzo) dopo che il loro professore di educazione fisica li ha obbligati a fare 120 flessioni in 5 minuti: “Quando concentri l’attività fisica in così pochi minuti e vieni da circa 36 ore di inattività, c’è un alto rischio che si danneggino le cellule muscolari”, spiega uno degli autori dello studio sui nuotatori menzionando il caso taiwanese. Allo stesso rischio sono esposti gli sportivi a livello agonistico che, dopo una lunga pausa estiva o per le vacanze di Natale, riprendono gli allenamenti con troppa foga e senza gradualità.

Come evitare la rabdomiolisi

I ricercatori hanno confermato che, dopo diversi giorni di astensione dall’attività sportiva, è fondamentale tornare ad allenarsi in maniera graduale, e non con la stessa intensità dell’ultima volta prima della pausa. I casi più frequenti di rabdomiolisi avvengono tra i bodybuilder o i crossfitter (chi pratica crossfit): se rientrate da uno stop più o meno lungo, all’inizio è necessario abbassare i carichi e/o ridurre il numero di ripetizioni per permettere ai muscoli di riadattarsi allo sforzo. In questi casi, l’ideale è consultare un personal trainer valido che possa consigliare una scheda ad hoc per quelle situazioni.
Se invece vi capita comunque di esagerare, con ogni probabilità il giorno dopo avrete male ai muscoli che avete allenato: fin lì è tutto normale, ma se i dolori continuano per più di tre giorni (e notate anche di avere l’urina troppo scura e una sensazione di affaticamento generale) è opportuno, dopo una visita dal medico di base, sottoporsi agli esami del sangue e delle urine.
(Foto di copertina: scottwebb / Pixabay)

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