L’Italia, secondo l’ultimo report di Legambiente, è il Paese europeo dove è più cresciuto l’uso della bici nel 2020. Merito soprattutto di un notevole incremento delle corsie ciclabili dopo il lockdown.
Siamo ormai giunti alla fine dell’anno ed è tempo di bilanci. Se sotto quasi ogni aspetto ci stiamo lasciando alle spalle un 2020 terribile e privo di eguali (nel senso negativo del termine), dal punto di vista della ciclabilità urbana è stato un anno che sa di svolta. Le conseguenze del Coronavirus, infatti, hanno dato allo Stato e alle amministrazioni comunali la spinta decisiva per ripensare la mobilità all’interno delle città, ispirandosi ai modelli dei grandi centri urbani del nord Europa.
Come? Attraverso nuove ciclabili, una “mini-riforma” del codice della strada, il bonus bici e tanto altro. A fornire dei numeri oggettivi e tangibili che testimoniano questa incoraggiante crescita è stata Legambiente con il report chiamato ‘Covid Lines 2020, l’anno delle ciclabili pop-up’.
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L’Italia è il Paese UE dove è più cresciuto l’uso della bici
Una delle parti più interessanti del report di Legambiente è il capitolo sulla variazione percentuale nel conteggio di biciclette tra settembre 2019 e settembre 2020.
L’associazione ambientalista, riportando i dati dell’European Cyclist Federation, ha mostrato che l’Italia è stato il Paese europeo in cui l’uso della bicicletta ha vissuto l’incremento più rilevante: +27,5% rispetto al 2019. Dietro di noi si posizionano il Portogallo (+25,3%), la Francia (+24,5%), il Regno Unito e la Germania (+20%). I numeri provengono da uno studio realizzato tramite delle colonnine dotate di sensori in grado di identificare il passaggio delle bici. Anche per quanto riguarda ottobre, scrive Legambiente, “l’Italia continua a guidare la classifica del boom della bicicletta con un +48,4%”. Nel nostro Paese il picco è stato registrato a maggio: +81% rispetto allo stesso mese del 2019.
Proprio a maggio, non a caso, è finito il lockdown e sono nate le prime bike lane della nuova rete ciclabile milanese. Nessun Paese europeo, tolta l’Irlanda (-5%), ha fatto registrare un calo nell’uso della bicicletta. Questo perché il quadro del 2020 parla di oltre 2.300 chilometri di infrastrutture ciclabili annunciate (tra permanenti e temporanee) e di più di 1.000 chilometri già realizzati o cantierizzati. Tutto ciò grazie a 1 miliardo di euro di finanziamenti stanziati nell’intero continente.
Le ciclabili aumentano soprattutto a Milano, Genova e Roma
In Italia, nel 2020, sono nati circa 200 nuovi chilometri di corsie ciclabili. Focalizzandoci sui singoli centri urbani, al primo posto c’è Milano con 35 nuovi chilometri che presto diventeranno 50. Il capoluogo lombardo, nonostante le polemiche dell’opposizione, ha deciso in pochissimo tempo di rivoluzionare la mobilità urbana, disegnando bike lane lungo le arterie principali della città (dove nessuno si sarebbe mai aspettato di vedere una corsia ad hoc per le bici).
Al secondo posto c’è Genova con 30 chilometri, mentre il podio è completato da Roma con 15,71; bene anche Torino (15,5), Brescia (15) e Cagliari (11).
“Raddoppiare le ciclabili nei prossimi cinque anni”
La richiesta di Legambiente, oltre all’inserimento di queste infrastrutture urbane nel piano di ripartizione dei fondi del Recovery Plan, è quella di raddoppiare, nei prossimi cinque anni, i chilometri di piste ciclabili nelle città italiane. Non si tratta di un obiettivo irrealistico, bensì di uno dei punti chiave dei Piani Urbani di Mobilità Sostenibile (PUMS).
“Si tratta di progetti per 2.626 km di nuove piste ciclabili, da sommare ai 2.341 km già esistenti in 22 città italiane”, si legge sul dossier. Da questo punto di vista la città più ambiziosa è Bologna, che in cinque anni mira a passare da 248 a 721 chilometri di ciclabili. Un’altra città che sta tentando di convertirsi alla mobilità sostenibile è Roma: la capitale è al primo posto tra le 20 città europee analizzate dallo studio per numero di nuovi chilometri di percorsi ciclo-pedonali annunciati, ben 150.
[Photo by Flickr / Comune di Milano]
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