Nuoto in gravidanza: perché fa bene andare in piscina con il pancione

Il nuoto in gravidanza porta benefici al corpo e all'umore. I consigli su cosa fare e cosa non fare in piscina quando si è incinta

piscina-gravidanza-consigli-ignacio-campo-339901-unsplash

Fare nuoto in gravidanza porta benefici sia al corpo che all’umore. L’acqua infatti allevia i tipici dolori alla schiena di chi è incinta e fa pesare meno il pancione, che rende più faticoso muoversi, soprattutto negli ultimi mesi di gestazione.
Ecco perché
nuotare in piscina quando si aspetta un bambino fa bene, grazie all’aiuto della Personal Trainer Laura Zanazza.

In piscina in gravidanza: i benefici dell’acqua sulle future mamme

Dei benefici generali del nuoto abbiamo parlato qui. Quali sono i vantaggi di praticare il nuoto o altre attività in piscina quando si ha il pancione?
“In acqua si sfrutta l’assenza di gravità, quindi si riescono a fare molti movimenti in totale sicurezza”, spiega l’esperta Laura Zanazza, “si possono per esempio tonificare i muscoli senza appesantire ulteriormente le articolazioni. Si può attenuare l’iperlordosi, quindi rilassare la zona lombare che è più dolorante con l’aumentare del peso del pancione. Si possono assumere posizioni che a secco non si riescono ad assumere, come quella prona, e quindi si può lavorare sulla mobilità meglio che fuori dall’acqua”.nuoto-gravidanza

Non solo, ci spiega la Zanazza, “l’acqua migliora e favorisce la circolazione, con la sua pressione aiuta ad alleviare il gonfiore di gambe e caviglie. Ci si può muovere sentendosi leggere e questo anche a livello psicologico aiuta molto. E per ultimo, in acqua e soprattutto con le immersioni, si riesce a creare un legame ancora maggiore tra mamma e bimbo. L’ambiente ovattato infatti stimola l’ascolto”.

>> LEGGI ANCHE: Pilates in gravidanza: fa bene a mamma e bambino?

Nuoto in gravidanza: i consigli per le donne incinte

È importante capire quale tipo di rapporto la mamma ha con l’acqua in generale: “se è un ambiente che piace si può fare tutto: acquagym, acqua soft, nuoto libero, un corso gestanti, se invece non trasmette sicurezza meglio approcciarsi con calma e anche una semplice camminata in una vasca calda (32/34 gradi) di altezza di almeno un metro e trenta/cinquanta può fare bene”, specifica la personal trainer Laura Zanazza.

Quali sono i movimenti da evitare in piscina in gravidanza?

Non ci sono grosse controindicazioni all’attività in piscina in gravidanza. “Certo, è meglio  non esagerare con i salti ed evitare le virate (ecco qui come farla correttamente), ma l’attenzione deve essere generica, gli esercizi devono essere pensati e controllati, ma questo riguarda l’attività fisica in generale. È importante capire cosa si sta facendo e perché la si sta facendo, concentrarsi sulla respirazione e cercare sempre la connessione con il bambino. In acqua diventa davvero speciale”.

Un unico consiglio, aggiunge la personal trainer Zanazza: se possibile evitate attività in acqua con temperatura inferiore ai 28 gradi se nuotate, e ai 30-32 gradi se fate esercizi di rilassamento o di stretching. Informatevi nella piscina che frequentate”.

>> LEGGI ANCHE:Gli sport per tenersi in forma in gravidanza

Meglio il nuoto libero o un corso dedicato in gravidanza in piscina?

Come detto sopra, tutto dipende dalla persona. “Se è padrona del mondo acquatico la mamma può anche fare da sola e gestire esercizi di nuoto e rilassamento/allungamento, se invece è poco esperta il consiglio è quello di rivolgersi ad un buon personal trainer, esistono persino i personal trainer ostetrici, oppure vanno benissimo i corsi di gruppo per gestanti, così da allenarsi in piena sicurezza”.

>> LEGGI ANCHE: Pavimento pelvico, i 5 migliori esercizi femminili

Da quale mese di gravidanza iniziare la piscina e con quale frequenza?

È sempre meglio chiedere al ginecologo, molti infatti consigliano l’attività fisica dal secondo trimestre quando le nausee sono terminate, la stanchezza è passata e si ha più energia. “Se la futura mamma è sportiva di natura la piscina si può frequentare fino a 3 volte la settimana”, spiega la personal trainer Zanazza, “altrimenti va bene anche una sola. La cosa importante è non stravolgere la propria vita, ma assecondare il proprio benessere e quello del bambino”.

Se vuoi sapere a quanti mesi portare un neonato in piscina, puoi leggere questo articolo.
Se vuoi sapere invece qual è il migliore stile di nuoto per dimagrire, ne parliamo qui.

Laura Zanazza, 1982 è Personal Trainer. La piscina è il suo elemento. Ha iniziato a praticare nuoto sincronizzato all’età di 6 anni, è entrata nella Nazionale Giovanile nel 2000 e successivamente in quella senior, partecipando a tutte le più importanti manifestazioni: Campionati Europei (Madrid, Berlino), Campionati Mondiali (Fukuoka, Barcellona, Montreal) e Olimpiadi (Atene). Dopo la carriera agonistica si è laureata in Scienze Motorie e si è specializzata come Personal Trainer. Oggi è responsabile della palestra Acqua1Village di Castano Primo, Milano.
F
oto ignacio campo unsplpash

 

> Iscriviti alla nostra newsletter compilando il form qui sotto!
Spoiler: ne mandiamo poche, ma buone!

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Pubblicità

Potrebbe interessarti anche...