Coronavirus e piscina: il virus si trasmette in acqua?

Coronavirus e piscina: il virus si trasmette in acqua?

Mentre si discute sulla possibile, probabile, potenziale data di riapertura di centri fitness, palestre e piscine, c’è una buona notizia a proposito di Coronavirus e piscina: il virus non si trasmette in acqua. Il che non significa che non si prende il COVID-19 andando in piscina, aperta al pubblico o privata che sia, perché i rischi di contagio rimangono quelli ormai accertati in ogni ambiente in cui si trovano più persone. Ma attraverso l’acqua della vasca di una piscina, il COVID-19 non si trasmette. O per dirla con le parole del Centers for Disease Control and Prevention, la più importante agenzia sanitaria americana, “non c’è nessuna evidenza che il virus che causa COVID-19 possa trasmettersi tramite l’acqua di piscine, Spa, bagni termali o giochi d’acqua“:

There is no evidence that the virus that causes COVID-19 can be spread to people through the water in pools, hot tubs, spas, or water play areas. Proper operation and maintenance (including disinfection with chlorine and bromine) of these facilities should inactivate the virus in the water.

Ora, risalgono a circa il 22 di aprile le notizie sul ritrovamento di tracce di materiale genetico del virus Sars-Cov-2 nelle fognature, e ci sono già stati studi sul modo in cui virus simili al Coronavirus possano sopravvivere nelle acque reflue o di scarico (per esempio questo, Survival of surrogate coronaviruses in water). Ma appunto si parla di acque reflue e non ci sono evidenze che il Coronavirus, o virus simili, possano essere veicolo di contagio attraverso l’acqua potabile del rubinetto e le acque di piscine, Spa o bagni termali. E questa è una buona notizia per i gestori delle piscine che stanno pensando a come riaprire dopo il lockdown così come di chi può usufruire di una piscina privata o condominiale.

Una prima banale spiegazione è che, se anche in qualche modo il COVID-19 fosse in grado di sopravvivere nell’acqua, questa ha la enorme capacità di diluire il tutto a concentrazioni non in grado di trasmettere il contagio. Ma oltre a ciò, per le piscine c’è l’ulteriore buona notizia che il cloro e il bromo, che sono normalmente utilizzati per igienizzare le acque delle piscine, hanno la capacità di disattivare la carica virale dei virus, compreso il Coronavirus che causa il SARS-CoV-2. Cloro e bromo che invece potrebbero dare origine a reazioni tossiche con l’acido urico, quello della pipì, come spiegato invece qui.

E queste sono le buone notizie. Poi però ci sono le cattive, ed è bene ribadirle: in piscina, in una Spa, ai bagni termali il fattore di rischio non è l’acqua ma il comportamento delle persone, esattamente come fuori da quegli ambienti. Come ribadisce lo stesso CDC, se e quando sarà possibile tornare a nuotare in una piscina pubblica, dovremo continuare a proteggerci sia dentro che fuori dall’acqua mantenendo il distanziamento sociale e osservando le elementari norme di igiene personale. Regole da rispettare anche se abbiamo la possibilità di accedere a una piscina privata. Regole quindi come pulire le mani, evitare di strofinarsi naso, bocca e occhi, in particolare evitare di farlo dopo aver toccato oggetti e superfici che anche altre persone potrebbero aver toccato, coprirsi le vie respiratorie quando non è possibile mantenere la distanza di sicurezza, e comportarsi secondo il principio di maggior cautela. Perché prima che questo virus sparisca dalle nostre vite e dai nostri pensieri di acqua sotto i ponti dovrà passarne parecchia.

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