Camminare nella natura fa bene anche alla mente

Camminare nella natura migliora capacita mentali

Ha ragione il dottor Rover Zarr, il medico americano che prescrive le passeggiate nella natura anziché le medicine: camminare nella natura è la miglior terapia del mondo, e oltre a garantire una vita più lunga, più sana e con meno stress e a rendere felici, come abbiamo raccontato qui, ora è dimostrato scientificamente che fare attività all’aperto in un ambiente naturale può migliorare le nostre capacità mentali. Una escursione in montagna, un trekking vero e proprio ma anche una semplice passeggiata in un’area verde urbana possono eliminare i pensieri negativi, aumentare la creatività e il problem solving, attenuare i sintomi da sindrome da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) nei bambini e mantenere attive le capacità di memoria e concentrazione.

Camminare nella natura riduce i pensieri negativi

In inglese la chiamano “rumination“, ovvero quel rimuginare continuamente pensieri negativi e nefasti figlio dello stress e madre di ansia e depressione nei casi più gravi. Ora uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Proceedings of the National Academy of Sciences ha dimostrato come passare del tempo camminando in un ambiente naturale riduce sensibilmente questi ossessivi pensieri negativi.

Lo studio è stato condotto confrontando il livello di pensieri negativi ricorrenti di due gruppi, uno che camminava regolarmente in ambiente urbano e uno che invece lo faceva in ambiente naturale; chi camminava per almeno 90′ nel verde aveva ridotto non solo i pensieri nefasti ma anche l’attività neurale nell’area subgenuale della corteccia prefrontale, l’area del cervello conosciuta anche come Area 25 di Brodmann e solitamente associata ai disturbi come la depressione. Un fatto non riscontrato in quanti avevano camminato in ambito urbano.

Per approfondire: Chi abita vicino agli alberi vive meglio

Camminare nel verde migliora creatività e problem solving

Un altro studio, intitolato Creativity in the Wild e condotto dagli psicologi Ruth Ann Atchley e David L. Strayer, ha dimostrato come le capacità di problem solving e la creatività si impennano significativamente quando ci si disconnette dalla tecnologia e ci si immerge totalmente nella natura. I partecipanti allo studio hanno infatti passato 4 giorni a camminare su sentieri di montagna senza nessun dispositivo tecnologico a disposizione e poi sono stati sottoposti a test di problem solving, riportando percentuali di successo del 50% superiori al gruppo di quanti non aveva partecipato al trekking. Secondo i due psicologi la spiegazione sarebbe nel carattere perturbatore del combinato tra tecnologia e caos urbano che ci impediscono di concentrarci veramente.

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Giocare nella natura riduce i sintomi da sindrome da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) nei bambini

La sindrome da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) è sempre più diffusa tra i bambini e si manifesta con difficoltà a concentrarsi e con comportamenti patologicamente impulsivi. Un esperimento condotto da due ricercatori americani, Frances E Kup e Andrea Faber Taylor, ha dimostrato come permettere ai bambini di dedicarsi ad attività di gioco nella natura riduce in modo significativo i sintomi dell’ADHD migliorando le capacità di concentrazione e riducendo l’impulsività.

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Le attività outdoor migliorano le capacità cerebrali

Alcuni ricercatori dell’Univerity of british Columbia hanno infine verificato come l’esercizio aerobico all’aperto, come una passeggiata, l’andare in bicicletta o anche l’arrampicare o il nuotare in un lago o fiume, facciano aumentare il volume dell’ippocampo (l’esperimento è stato condotto su un gruppo di donne di più di 70 anni) tanto che c’è chi ha ipotizzato che correre rende più intelligenti . Nell’esperimento non solo sono migliorate le capacità di memoria ma si sono ridotte contemporaneamente i livelli di ansia e stress con un miglioramento significativo dell’autostima.

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Credits: Pexels

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