Come saranno le vacanze dell’estate 2020 con il coronavirus? Domande e risposte

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Una delle domande più ricorrenti dopo la fine del lockdown totale è come saranno le nostre vacanze dell’estate 2020 alle prese con il coronavirus. Potremo uscire dalla nostra regione? Potremo stare in spiaggia, e come? Il bagno in mare si farà distanziati? Si può andare in montagna a fare passeggiate si o no? Dovremo munirci di passaporto sanitario per poter andare all’estero? E quali paesi apriranno le frontiere?
Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza raccogliendo le informazioni su quello che sta succedendo al momento. Con una premessa: sarà la diffusione del contagio a far decidere al Governo come dovremo affrontare l’estate, i viaggi, le vacanze; probabilmente avremo disposizioni lastminute e soggette a revisione o cambiamenti continui, a seconda della curva del contagio.

Come saranno le vacanze dell’estate 2020 con il coronavirus? Domande e risposte

Il premier Giuseppe Conte ha rassicurato gli italiani, ma con riserva. In un’intervista al Corriere della Sera, il Presidente del Consiglio spiega che:
“Quest’estate gli italiani non staranno al balcone. Attendo quadro epidemiologico per indicazioni e date. La bellezza dell’Italia non resterà in quarantena”. Il problema è, appunto, il quadro epidemiologico. Difficilmente prima di giugno potremo saperne di più.
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Dove potremo andare in Italia?

Probabilmente vicino a casa, all’interno della Regione. È il cosiddetto turismo di prossimità, che dovrebbe essere favorito dalle condizioni in cui stiamo convivendo attualmente con il coronavirus.
Se le cose non migliorano a livello globale, questa estate potremo frequentare mete vicine a casa, e che siano poco affollate, come i borghi più che le grandi città d’arte. Potrebbero esser privilegiate le mete del centro Italia (lo spieghiamo qui) e in generale quelle lontano dai grandi centri, in campagna e collina. Alcune Regioni che puntano molto sul turismo, come al Sicilia, promettono di rimborsare una bella fetta delle spese a chi le sceglie come meta.
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Aereo, treno, auto, che mezzi potremo usare?

Preferibilmente l’auto e la bici. L’uso di treni e aerei in Italia sarà probabilmente possibile ma potrebbe essere problematico: le compagnie dovranno garantire l’igienizzazione delle vetture e delle cabine (ci sono diverse soluzioni allo studio ma nessuna ancora definitiva), le distanze di sicurezza e limitare al minimo i rischi di contagio per i passeggeri (test prima dell’imbarco? Misurazione della temperatura?). Con prevedibili problemi di lungaggini e code. E di aumento dei prezzi.
Anche le procedure di prenotazione e assegnazione dei posti sarà diversa, come ad esempio già succede con Trenitalia.
Una buona idea per il distanziamento sociale in viaggio? Il camper. Per non parlare della bici, magari elettrica.
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Si può andare nelle seconde case?

Al momento solo se c’è la necessità per lavori di ristrutturazione, ma è plausibile che per l’estate sarà concesso spostarsi verso le seconde case per passare un periodo di vacanza. Si tratta probabilmente del modo più sicuro per fare una vacanza ai tempi del coronavirus.
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Potremo andare all’estero?

Al momento non è chiaro. In una intervista al Bild Am Sonntag la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha dichiarato: “Consiglierei di aspettare a prenotare. Non si possono fare previsioni su luglio e agosto”. Poi il 19 aprile ha un po’ corretto il tiro sul Sunday Express: “Penso che troveremo soluzioni intelligenti per trascorrere le vacanze estive. Forse un po’ diverse, con altre misure igieniche, con un po’ più di distanza sociale, ma le troveremo”.
Alcuni paesi come Grecia, Spagna e Croazia premono per riaprire le strutture turistiche (soprattutto le isole) ma dobbiamo aspettare l’ok della Unione Europea alla riapertura delle frontiere e un protocollo di sicurezza che permetta di muoversi senza rischi sanitari. In questo senso si pensa a un passaporto sanitario che garantisca viaggiatori e paesi, ma l’OMS sembra non ne avalli validità dal punto di vista scientifico, come spieghiamo in questo articolo. Oltre a questi aspetti, molto dipenderà da quello che decideranno i governi dei singoli Paesi sulla possibilità di fare uscire o entrare turisti. Chi vorrà andare all’estero potrebbe essere sottoposto a test sierologici, esami prima dell’imbarco aereo e periodi di quarantena, procedure che potrebbero decisamente scoraggiare i viaggiatori.
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Case, alberghi, campeggi, dove è meglio andare?

Nessun decreto stabilisce al momento divieti. È regola di buon senso andare in luoghi e strutture conosciute, dove esiste un rapporto di fiducia con i gestori, che siano di hotel, bed and breakfast o appartamenti in affitto. Alberghi e villaggi turistici dovranno in ogni caso ridurre la capacità ricettiva per scoraggiare i contatti troppo ravvicinati; nelle aree comuni si circolerà con l’obbligo di mascherina. I pasti non potranno essere consumati a buffet e è ipotizzabile l’organizzazione in turni.  Ma anche i campeggi, che se possono sembrare una soluzione ideale per il distanziamento di tende, roulotte camper e mobilhome, hanno il problema spinoso della gestione dei bagni comuni.
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Si possono fare i trekking in montagna?

Il Dcpm del 26 aprile non è chiarissimo sul tema delle passeggiate in montagna, come riportiamo in questo articolo. E quanto al soggiorno nei rifugi, c’è il problema delle  camerate e i bagni comuni (si sta pensando alla possibilità di mettere tende attorno al rifugio). Tuttavia sembra plausibile che potremo progettare camminate in montagna (ma non solo in montagna) e trekking anche di più giorni. In Alto Adige per il 25 maggio si prevede l’apertura degli impianti a fune, cioè di risalita, in montagna. Che non è esattamente dire che si può, o si potrà, andare a camminare o in MTB in montagna ma è già qualcosa.
La previsione, o meglio la speranza, è che si riesca a regolamentare il turismo in montagna in modo da fare rispettare le distanze e permettere le escursioni sui sentieri.
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Come si starà in spiaggia?

Le spiagge non sono interdette, e non lo saranno a meno di peggioramenti nella curva del contagio, ma dovremo rispettare certe regole (se vuoi saperne di più puoi leggere questo articolo). Si parla di postazioni da dieci metri quadri (il doppio dello spazio attuale) negli stabilimenti balneari, che verranno chiusi in caso di vanto forte e mare mosso per evitare i rischi di aerosol.
Per le spiagge libere toccherà ai singoli Comuni prendere decisioni su come regolare l’affluenza e come garantire la sicurezza. È ipotizzabile l’organizzazione con ingresso e uscita separarti, presenza su prenotazione e a tempo limitato. Le zone comuni (docce, bar) dovranno essere sanificate con regolarità, mentre bagnini e steward avranno i compito di far rispettare le disposizioni.
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Si potrà fare il bagno in mare?

È probabile, ma non come prima. Sembra che non ci siano rischi che il coronavirus si possa trasmettere in mare: l’acqua salata lo rende innocuo e anche la sabbia non pare un materiale che mantenga in vita il virus. Il punto è la vicinanza delle persone che rende pericolosi gli assembramenti. Per farvi fronte c’è chi (come il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti) propone il braccialetto obbligatorio per i bagnanti, un dispositivo che emetta un suono o una vibrazione quando ci avviciniamo troppo ad un altra persona.
Potrebbe avere senso usare un gommone o un kayak per allontanarsi dalla folla della riva? Non è una cattiva idea, al momento.
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Bonus vacanze da 500 euro, come funziona?

Si parla di un tax credit da 500 euro per le famiglie (300 euro per i nuclei di due o più persone, e 150 per la singola persona) da spendere in estate per le vacanze sul territorio nazionale. Il bonus potrebbe essere limitato a famiglie con reddito Isee non superiore a 35mila euro e sarà da spendere in strutture e attività turistiche dal 1° luglio al 31 dicembre 2020. Il credito dovrebbe essere fruibile nella misura del 90% in forma di sconto sul corrispettivo dovuto, che sarà anticipato dai fornitori presso i quali la spesa è stata sostenuta (ad esempio un albergo), e per il 10% in forma di detrazione di imposta in sede di dichiarazione dei redditi da parte dell’avente diritto.

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