Sì a passeggiate con i bambini e jogging, no alle attività sportive. Ad affermarlo è stato il Viminale, che nella serata di ieri ha inviato ai prefetti una circolare molto discussa e criticata: “Un messaggio gravissimo. Si trasmette irresponsabilmente l’idea che l’epidemia è ormai alle nostre spalle”, ha dichiarato Vincenzo De Luca, governatore della Campania. Si tratta di un documento che apparentemente presenta delle contraddizioni, ma che in realtà non ha aggiunto nulla di nuovo rispetto a ciò che afferma l’ultima ordinanza del Ministro della Salute sul Coronavirus.
“La circolare del 31 marzo si è limitata a chiarire alcuni aspetti interpretativi sulla base di richieste pervenute al Viminale”, ha specificato il Ministero dell’Interno. Se l’obiettivo del Governo con questa circolare era quello di chiarirci le idee, dall’altra parte c’è il rischio che alcuni cittadini concepiscano (erroneamente) questa precisazione come una scusa per concedersi qualche uscita in più. In ogni caso, nelle regioni che hanno vietato il jogging e le passeggiate (come Lombardia e Campania) continua a prevalere il contenuto dell’ordinanza regionale.
Sì a passeggiate con i figli e jogging, no alle altre attività sportive: un chiarimento
Nei giorni scorsi diversi cittadini sono stati fermati dalle forze dell’ordine mentre passeggiavano con i figli, rischiando la multa perché non stavano praticando il jogging. Non sono mancate, inoltre, le “proteste” da parte di tanti genitori, che reclamavano il diritto dei loro figli più piccoli di prendersi una boccata d’aria. A questo punto il Ministro dell’Interno ha ritenuto necessario inviare ai prefetti la circolare del 31 marzo.
Il documento spiega che è consentito, per un solo genitore, fare una passeggiata con i propri figli minori “in quanto tale attività può essere ricondotta alle attività motorie all’aperto, purché in prossimità della propria abitazione”. Quello di ieri è un chiarimento rispetto all’ordinanza firmata il 20 marzo dal Ministro della Salute, secondo il quale “non è consentito svolgere attività ludica o ricreativa all’aperto, ma resta consentito svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione, purché comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona”.
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Poco dopo la circolare del 31 marzo, firmata da Matteo Piantedosi (capo di Gabinetto del Ministro dell’Interno), il Viminale ha chiarito che tra le attività motorie ammesse c’è il jogging (ma non nelle regioni che l’hanno espressamente vietato con una ordinanza). Nella circolare di Piantedosi, infatti, figurava che “l’attività motoria generalmente consentita non va intesa come equivalente all’attività sportiva (jogging)”: un passaggio decisamente poco chiaro e che lasciava intendere che fosse vietato andare a correre nei pressi della propria abitazione. “La circolare del ministero dell’Interno del 31 marzo si è limitata a chiarire alcuni aspetti interpretativi sulla base di richieste pervenute al Viminale”, ha specificato il Ministero dell’Interno.
Ci sono attività motorie all’aperto consentite (a parte il jogging)?
A questo punto sorge spontanea la domanda: a parte il jogging nei pressi della propria abitazione, ci sono altre attività motorie outdoor consentite? Stando all’ultima precisazione del Viminale, è possibile anche camminare da soli vicino a casa propria (quindi, in teoria, il fitwalking si può fare) ma è vietato praticare qualsiasi “attività ludica e ricreativa all’aperto”. Continua, inoltre, ad essere vietato l’accesso ai parchi, alle ville, alle aree gioco e ai giardini pubblici.
Per chiarirci: non è possibile andare al parco a fare calisthenics e qualsiasi esercizio a corpo libero (anche in solitaria), non è possibile fare esercizi con gli elastici in un giardino pubblico, non è possibile andare in bicicletta, sullo skateboard o in monopattino. In sostanza, la circolare del 31 marzo e il relativo chiarimento del Viminale non hanno portato alcuna novità. Il problema rimane l’interpretazione di quel “nei pressi della propria abitazione”. La Regione Veneto, ad esempio, ha fissato la distanza a 200 metri da casa, mentre altri comuni italiani hanno parlato di 250 o 300 metri. A tal proposito è fondamentale che prevalga il buon senso dei cittadini.
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Continuano a prevalere le ordinanze regionali. E non mancano le polemiche
In merito agli ultimi chiarimenti del Viminale bisogna specificare un aspetto fondamentale: su questa materia prevalgono le ordinanze regionali. Significa che, nelle regioni che hanno espressamente vietato il jogging, resta in vigore questa regola anche se il Governo ha detto che si può correre (da soli, rispettando la distanza e nei pressi della propria abitazione) e portare a spasso i figli. A proibire la corsa, finora, sono state la Lombardia, l’Emilia-Romagna, la Campania e la Sicilia. Sull’argomento è intervenuto Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia: “In Lombardia non cambierà nulla di quello che c’è nella mia ordinanza”, ha detto a Rai Radio 1. Il governatore della Lombardia ha poi risposto a una domanda sul rischio di una multa per il genitore che cammina con i bambini: “Se non c’è una motivazione valida e non si è distanziati, sì”. Lo stesso discorso vale per la Campania: “È assolutamente vietato uscire a passeggio o andare a fare jogging. Ribadisco che in Campania rimane in vigore l’ordinanza regionale, derivata da motivi di tutela sanitaria, la cui competenza è esclusivamente regionale. Con questo messaggio del Ministero dell’Interno si trasmette irresponsabilmente l’idea che l’epidemia è ormai alle nostre spalle”, ha sottolineato Vincenzo De Luca, presidente della regione, all’ANSA.
Come avrete potuto notare, non sono mancate le polemiche attorno a questa vicenda. Il messaggio di Fontana e De Luca è che il Governo abbia agito in maniera irresponsabile, ma da Roma è subito arrivata una replica importante: “Il Ministero dell’Interno assume decisioni dopo aver consultato la comunità medico-scientifica poi, è chiaro, è il momento della massima prudenza individuale”, ha detto ad Agorà (Rai Tre) il vice-ministro dell’Economia Antonio Misiani, che ha poi lanciato una stoccata a Giulio Gallera, Assessore al Welfare della Lombardia, che su Twitter ha definito la circolare del Viminale gravissima e rischiosa dal punto di vista psicologico: “Gallera faccia più tamponi oltre che fare polemiche contro le ordinanze del ministero dell’Interno”.
(Foto di copertina: pikrepo.com)
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