Ritrovarsi faccia a faccia con un cinghiale nel bosco non è così improbabile: il cinghiale è un animale selvatico con un altissimo tasso di riproduzione (ogni femmina può partorire fino a 6 cuccioli alla volta, per due volte l’anno), non ha più un vero predatore in natura (sarebbe il lupo, ma ne son rimasti davvero pochi) ed è praticamente onnivoro cibandosi di ghiande e castagne così come di carcasse di animali e scarti (tanto che ormai non è infrequente scorgerli anche in aree urbanizzate, come lungo le strade della Maremma, nelle pinete del Lazio, sulle spiagge d’Abruzzo, in Sardegna ma anche sulle prealpi).
Insomma, incontrare un cinghiale sulla propria strada è un’ipotesi da tenere in considerazione. Per sapere come comportarsi bisogna però distinguere due situazioni.
Cosa fare quando si incontra un cinghiale
La prima è quella dei cinghiali che si sono abituati alla presenza dell’uomo perché gravitano intorno ai centri abitati alla ricerca di cibo: a meno di casi imponderabili questi animali hanno capito qual è la mano che li nutre, e benché possano fare impressione per la mole, normalmente si allontanano senza dimostrare comportamenti aggressivi verso l’uomo.
Diverso il caso dei cinghiali allo stato brado, che si possono incontrare soprattutto nei querceti dove trovano cibo e terreno ideale: è un animale molto veloce, con mascelle potenti e zanne acuminate proprio per difendersi, anche attaccando dei predatori. Ma come tutti gli animali selvatici, anche il cinghiale ha un’innata diffidenza nei confronti dell’uomo.
Nei boschi in cui può trovare cibo non è infrequente sentirlo grufolare, ovvero razzolare grugnendo mentre scava il terreno alla ricerca di ghiande e altro da mangiare, e la sua prima reazione, anche in branco, sarà sempre quella di allontanarsi dall’uomo, che vede come una minaccia.
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Un cinghiale nel bosco è pericoloso?
Tuttavia possono esserci due situazioni potenzialmente pericolose. La prima è quella in cui il cinghiale si trovi senza via di fuga, per esempio perché finito all’angolo di una recinzione di campagna. In questo caso, al di sotto della fisiologica distanza di sicurezza, tenderà ad attaccare, e la cosa più saggia da fare è fermarsi a debita distanza e, senza movimenti bruschi o rumori improvvisi, allontanarsi tenendolo d’occhio; oppure trovare riparo su un rialzo dove non si può essere raggiunti, per esempio arrampicandosi su un albero.
La seconda situazione a rischio è quella di incontrare una femmina con i cuccioli: l’istinto materno e l’impossibilità di darsi alla fuga con la sicurezza di portare in salvo tutta la prole, anche in questo caso potrebbe indurre l’animale all’attacco. Ma finché si rimane a debita distanza e non lo si spaventa la prima opzione istintiva rimarrà ancora quella di allontanarsi da noi.
Come sempre quindi, quando si cammina per sentieri di montagna o nel bosco, basta prestare attenzione ai suoni e ai segni che ci circondano, evitando rumori improvvisi ed eccessivi, per evitare rischi come quello di essere attaccati da un cinghiale o morsi da una vipera. Infine attenzione se si è in compagnia di un cane: i cinghiali lo riconoscono come un predatore minaccioso, perché lo associano al lupo o ai cani dei cacciatori, e come ben sanno proprio i cacciatori di cinghiali, in un ipotetico scontro ad avere la peggio sarebbe proprio il cane.
Foto di Francesco Ungaro e Anna Hinckel da Pexels
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