Itinerari in bicicletta sulle ex ferrovie: le Vie Verdi in Italia tutte da scoprire

Itinerari in bicicletta sulle ex ferrovie: le Vie Verdi in Italia tutti da scoprire

Le Vie Verdi sono tutti quegli itinerari in bicicletta sulle ex ferrovie riportate a nuova vita come percorsi da fare in bicicletta. Al momento in Italia, secondo la Fiab – Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta, sono ben già 57 i percorsi ciclabili ricavati da ferrovie ormai dismesse, una goccia nel mare se si pensa che secondo Co.Mo.Do., l’ente no profit che promuove la Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticate nel nostro Paese ci sono 8.000 km di ferrovie già senza sedime, di cui 5.000 potenzialmente e facilmente utilizzabili, e 2700 km di ferrovie interrotte, tra rete pubblica e privata, anch’essi utilizzabili per creare un vero e proprio sistema integrato di mobilità dolce e cicloturismo.
Il libro “Vie verdi. Sui tracciati ferroviari dismessi. Itinerari in tutta Italia da fare in bicicletta o a piedi” uscito a fine novembre 2020 per Cinquesensi Editore (10 euro ben spesi) ne descrive 20 su 57, percorsi cicloturistici sulle ex ferrovie a cui dedicare una gita di un giorno o una vera e propria avventura in bicicletta.

PIEMONTE
1. Airasca – Moretta
Una delle più belle piste ciclabili del Piemonte, recentemente rinominata Via delle Risorgive per le numerose sorgenti di acqua dolce di origine naturale che si trovano lungo il percorso, sono 60 km pianeggianti e pressoché totalmente su percorso separato dalla viabilità ordinaria, il tutto in un paesaggio agricolo con il fascino di attraversare il Parco del Po. Formalmente l’itinerario parte da Airasca, ma si può partire anche da Torino con la ciclabile che parte dalla stazione di Porta Susa.

LOMBARDIA

2. Castellanza – Castiglione
Nota anche come ciclabile del fiume Olona, è il primo tratto di un più ambizioso progetto che vorrebbe arrivare fino a Mendrisio, in Svizzera. L’Olona è stato per lungo tempo un fiume molto inquinato e poco attraente, soprattutto a causa degli scarichi delle industrie tessili qui fiorenti tra fine Ottocento e inizio Novecento. Ora le cose sono molto migliorate e questa ciclabile sfrutta il tracciato della Ferrovia della Valmorea che appunto collegava Castellanza con Mendrisio. C’è qualche attraversamento di viabilità ordinaria in cui prestare attenzione, ma per il resto si pedala tra archeologia industriale e belle zone di rilievo naturalistico.

3. Olona Menaggio – Porlezza
La ciclovia Olona Menaggio – Porlezza sono circa 13 km con pochissimo dislivello (250 metri complessivi) perfetti per una gita domenicale tra i paesaggi del Lago di Como e quelli della Val Menaggio e della riserva naturale Lago di Piano. La ciclabile è per lo più su fondo asfaltato, quindi fattibile da tutti, e segue grosso modo il tracciato della ferrovia a scartamento ridotto costruita a fine Ottocento per i turisti stranieri che facevano il Grand Tour. Oltre al piacere naturalistico il percorso è punteggiato di ville storiche, piccoli borghi e pievi isolate che guardano la riva italiana del lago di Lugano.

TRENTINO – ALTO ADIGE

4. Ora – Molina di Fiemme
Da Ora, il Giardino del Sud Tirolo, a Molina di Fiemme, sul percorso della Vecia ferovia dela Val di Fiemme per 32 km in cui si alternano asfalto e sterrato e un saliscendi divertente e non proibitivo. Abetaie, aree protette, ponti panoramici, gallerie e ancora frutteti e vigneti. Ma il meglio è forse quando si attraversa il Parco Naturale Monte Corno e dopo il Passo San Lugano lo sguardo si apre sulle cime del Lagorai e si scende fino a incrociare la ciclabile di Fassa e Fiemme, una delle più belle di tutto il Trentino.

5. Dobbiaco – Cortina d’Ampezzo – Calalzo di Cadore
Celeberrima, amatissima, fattibilissima, anche da famiglie con bambini come abbiamo fatto noi. Dobbiaco – Cortina son 30 km e poco più, fino a Calalzo di Cadore diventano 65, il percorso è adatto a mountain bike, gravel e bici da turismo, anche a pedalata assistita, presso le stazioni ferroviare e degli autobus delle 3 città ci sono noleggi e servizi per il trasporto delle biciclette, ma soprattutto il fascino naturalistico è di una bellezza rara, con le visioni spettacolari sulla Croda Rossa, le Tre Cime e il Parco di Sennes–Braies.

VENETO

6. Treviso – Montegalda
È il primo tratto della più lunga trasformazione dell’ex ferrovia militare Treviso – Ostiglia (Mantova), ed è sostanzialmente completato fino alla cittadina vicentina. È un bel percorso cicloturistico, per lo più nella natura e su strade bianche percorribili con ogni tipo di bicicletta, che si può spezzettare sfruttando le numerose stazioni ferroviarie che si trovano sull’itinerario per sfruttare l’intermodalità. Informazioni aggiornate sul completamento degli attraversamenti si possono trovare qui.

FRIULI – VENEZIA GIULIA

7. Cervignano – Grado – Trieste – Basovizza
Il tracciato utilizzato è quello della vecchia ferrovia asburgica Cervignano – Belvedere in funzione dal 1910 al 1937 e questo tratto su sede separata è parte di una serie di lunghi itinerari cicloturistici che attraversano il Nordest del nostro Paese: è il tratto finale della Ciclovia Venezia – Trieste se non addirittura del progetto di Ciclovia Adriatica da Leuca, è il primo tratto della dorsale Eurovelo 8 o ancora l’ultimo, per chi giunge da nord, dell’Alpe Adria. Come che sia, la parte più affascinante è proprio quella da Cervignano al pontile di Grado, che passa per i siti storici di Aquileia, le spiagge, il mare e l’area naturalistica della foce del Fiume Isonzo.

LIGURIA

8. Ciclabile Ospedaletti – San Lorenzo al Mare o del Parco Costiero Riviera dei Fiori
Una delle prime ex ferrovie italiane recuperate alla causa del cicloturismo, premiata nel 2015 con gli Italian Green Road Awards (quando ancora veniva chiamata Cycling Riviera), nota anche Ciclabile dei Fiori o del Ponente Ligure. Insomma, tanti nomi per dire di 24 km spettacolarmente con vista mare, con due corsie, una per senso di marcia, lo spazio per i pedoni separato, le colonnine per l’SOS e i chioschi per una pausa. Insomma, una meraviglia già di suo, a cui si aggiunge lo spettacolo della Riviera. Imperdibile in ogni stagione.

9. Maremonti
È una pista ciclopedonale, che parte dal comune di Levanto e arriva a Bonassola, per complessivi 6 km completamente asfaltati e con numerosi attraversamenti di gallerie. È ideale per un gita in famiglia come diversivo alla vita da spiaggia e per godere di begli scorci sul mare, le calette e le scogliere della riviera di Levante.

EMILIA – ROMAGNA

10. Mirandola – Finale Emilia
30 km pianeggianti e rilassanti lungo il tracciato della ferrovia a scartamento ridotto che fino ai primi anni Sessanta univa Modena con i comuni della provincia. Il paesaggio è quello della campagna emiliana, la difficoltà nulla, è una bella gita adatta a tutti.
La ciclabile, dedicata a Chico Mendes, sindacalista e ambientalista brasiliano ucciso negli anni Ottanta, attraversa i territori colpiti dal terremoto del 2012 e volendo può essere il primo tratto di un itinerario verso Ferrara seguendo l’argine del fiume Panaro e poi la ciclopedonale del Burana.

11. Solignano – Ghiare di Berceto
È l’embrione – 25 km scarsi – di una più ambiziosa Ciclabile dal Po agli Appennini lungo la ferrovia dismessa Citerna-Solignano, che per ora ha prodotto soltanto numerosi incontri tra gli amministratori pubblici interessati. Però il tratto Solignano – Ghiare di Berceto è molto bello, corre lungo il fiume Taro ed è un buon antipasto di scoperta dell’Appennino parmense.

TOSCANA

12. Ciclopista del Trammino
Dal murale Tuttomondo di Keith Haring nel centro di Pisa al mare: è una delle ultime Vie Verdi italiane, inaugurata nel 2020 recuperando il tracciato del “trammino”, il nome affettuoso con cui i pisani chiamavano il treno che fino al 1960 li portava a Marina di Pisa. In pratica la Ciclopista del Trammino è l’ultimo tratto della più lunga Ciclopista dell’Arno, uno degli itinerari più interessanti per fare le vacanze in bicicletta in Toscana. A parte l’uscita da Pisa, che avviene sul vecchio tracciato dedl tram in prossimità della viabilità ordinaria, per il resto si pedala nella tranquillità della campagna toscana, alternando tratti asfaltati ad altri di strade bianche, fino al tratto in pineta a Marina di Pisa, dopo aver incrociato a San Piero a Grado i lavori del ponte ciclopedonale sull’Arno che è parte della Ciclopista Tirrenica da Roma a Ventimiglia.

UMBRIA

13. Spoleto – Norcia
La suggestiva ciclabile della Vecchia Ferrovia che da Spoleto, attraversando gallerie, canyon e il letto del fiume Nera, arriva a Norcia è parte di alcuni più lunghi itinerari che attraversano l’Umbria, come l’itinerario ad anello di Marche Bike Life oppure la più lunga Assisi – Norcia premiata tra le più belle d’Italia ai Green Road Awards. C’è poco da immaginare: luoghi di fascino conosciuti in tutto il mondo, la natura di una delle regioni più verdi d’Italia, una pista ciclabile con tratti da dire wow come gli attraversamenti di gallerie e viadotti spettacolari. Insomma, un’esperienza sicuramente da fare.

LAZIO

14. Fiuggi – Paliano
Dovrebbe essere la ciclabile più bella del Lazio, sul percorso ferroviario che nei primi del Novecento portava dal centro di Roma alla località termale, seguendo la Casilina e la Prenestina e infilandosi nel cuore della Ciociaria. Ma da qualche anno è in condizioni pessime per la mancata manutenzione e occorre fare un po’ di attenzione. Ma se non fosse per questo i 20 km sono davvero di una bellezza rara, tra rocce calcaree, arbusti di sambuco e biancospino. Il tratto più bello e agevole per tutti è quello da Serrone a Fiuggi, sempre su sede separata e nel cuore della campagna laziale, altrimenti chi ha gamba e non si spaventa del traffico veicolare può partire anche da Colleferro (dove arriva il treno da Roma, se si vuole sfruttare l’intermodalità), in ogni caso e sempre ammirando ai propri fianchi le catene dei monti Lepini e dei Colli Albani.

ABRUZZO

15. Via verde dei Trabocchi
Anche questa è una delle ciclovie da Oscar del nostro Paese, e questo tratto è probabilmente il più celebre dell’altrettanto celebre Bike To Coast, quei 130 km di lungomare regionale che sono stati attrezzati con una pista ciclabile che scorre in quasi tutta la loro estensione. Una strada perfetta, colorata, lontana dalle auto, panoramica, facile e adatta a tutti. Qui la sua descrizione e altri itinerari per delle vacanze in bici in Abruzzo.

PUGLIA

16. Palagianello – Castellaneta
La Via Verde Palagianello – Castellaneta è anche un tratto della Via Ellenica da Brindisi a Matera, una delle varianti del Cammino Materano, ed è solo il primo pezzo (di 7 km) della più ambiziosa ciclovia Bari – Taranto sull’omonima ferrovia dismessa che dovrebbe scorrere tra le gravine di questo territorio e per la quale a fine 2020 sono stati sbloccati i fondi e iniziati i lavori.

BASILICATA

17. Lagonegro – Rotonda
È Il primo tratto già sostanzialmente completato di un più ampio progetto di Via Verde sulla vecchia ferrovia Lagonegro – Spezzano Albanese, progetto di collegare la Lucania con il nord della Calabria attraversando i territori dell’odierno Parco del Pollino. L’opera si rivelò più ardita di quanto immaginato, l’idea di collegare su rete ferroviaria la Puglia alla Calabria fu definitivamente dimenticata con la seconda Guerra Mondiale e già nel 1979 non c’erano più le rotaie.
Ora c’è questo primo tratto di ciclabile che lambisce il Parco del Pollino, quello Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni e quello dell’Appennino lucano Val d’Agri Lagonegrese. Tutte aree molto wild del nostro Paese, di sicuro fascino naturalistico. La ciclabile Lagonegro – Rotonda scorre su sede separata, per lo più distante dalla strada statale, tra boschi e gallerie, tendenzialmente su strada bianca e sterrata, anche se in qualche attraversamento tocca tornare sulla viabilità ordinaria.

SICILIA

18. Godrano – Chiusa Sclafani
Una delle più lunghe greenways recuperate nel nostro Paese, 67 km da Godrano a Chiusa Salafani, parte della ferrovia Palermo – Burgio inaugurata a fine Ottocento e chiusa alla fine degli anni Cinquanta. Il primo tratto in uscita da Palermo è ormai irrecuperabile, inghiottito dall’urbanizzazione, mentre nel restante la ciclovia è sostanzialmente percorribile, a parte alcuni attraversamenti di fondi agricoli o attraversamenti sulla viabilità ordinaria.
È un itinerario suggestivo e pianeggiante (a parte qualche eccezione, come la salita a Corleone), con poca segnaletica e soprattutto da progettare tenendo conto delle temperature estive molto elevate.

SARDEGNA

19. Calangianus – Monti
Nell’entroterra del nord della Sardegna c’era un ferrovia, la Monti-Calangianus-Tempi, usata dalla fine dell’Ottocento più per l’industria del sughero che per il trasporto passeggeri, e dismessa alla fine degli Anni Cinquanta. Ora, come parte del progetto Sardegna Ciclabile, ne è stata ricavata una bella Via Verde nel cuore della Gallura, 26 km non sempre lineari (ci sono un po’ di attraversamenti sulla viabilità ordinaria e qualche chiusura dovuta a proprietà private) ma bellissimi, tra le vigne del Vermentino e le antiche sugherete, scorci incantevoli e un paesaggio davvero wild e affascinante.

20. Carbonia – Sant’Antioco – Calasetta
Una vera novità, visto che la Ciclovia del Sulcis, come è chiamata, è stata completata e inaugurata la scorsa estate. Ed è un tracciato di sicuro fascino, in una delle zone più selvagge e tutte da scoprire della Sardegna. Il tracciato è solo uno dei 3 che costituivano la Ferrovia del Sulcis, costruita negli Anni Venti per collegare l’isola di Sant’Antioco e il Basso Sulcis a Cagliari.
Un percorso tra entroterra e mare, che lambisce l’area naturale dello Stagno di Santa Caterina, attraversa luoghi come la Necropoli punica a Sant’Antioco e giunge a spiagge bellissime come quelle di Cussorgia e di Sottotorre.

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